Il Consiglio di Stato ha dato il via libera per la donazione di gameti nella fecondazione eterologa, ponendo però dei limiti chiari e ben definiti.
Vediamo in sintesi cosa dice il documento ufficiale recentemente approvato dal Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha espresso il suo parere favorevole alla regolamentazione sulla donazione di gameti destinati alla fecondazione eterologa.
Trattandosi di un argomento molto scottante, ha però posto dei limiti alla donazione.
I limiti imposti dal Consiglio di stato riguardano due punti cruciali attenzionati dagli esperti: l’età del donatore o donatrice e il numero massimo di gameti femminili (ovociti) e di gameti maschili (spermatozoi) che possono essere donati da una singola persona.
La Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato si è così espressa in merito al regolamento. In questo modo ora l’Italia ha recepito alcune direttive europee riguardanti cellule e tessuti di provenienza umana donati per scopi medici e di ricerca.
Limite di età
I limiti di età sono disposti in 35 anni per i donatori e in 25 anni per le donatrici. Questi limiti verranno verificati periodicamente, alla luce degli sviluppi delle conoscenze medico-scientifiche acquisite col tempo.
La limitazione posta sull’età dei donatori è influenzata dalle statistiche che vedono maggiori rischi sulle patologie future a cui andrà incontro il nascituro. E’ infatti scientificamente provato che figli di genitori anziani hanno maggiori probabilità di sviluppare determinate patologie.
In secondo luogo si tiene conto dei rischi psicologici e fisici dei pazienti. Le percentuali di successo, proprio in fecondazione eterologa, derivanti dall’utilizzo di questa tecnica con donatori oltre tali età, sono molto basse. Evitare insuccessi o, in ogni caso, fornire maggiori possibilità di successo alla coppia, significa esporli a minor rischio sia di natura psicologica legato al fallimento, sia fisico legato al ripetersi di somministrazione di farmaci e ormoni legati al trattamento stesso.
Limite di Gameti
Il Consiglio di Stato ha posto un limite al numero di gameti che un singolo donatore può fornire. Il tetto alle donazioni è stato a tutela del corredo genetico nazionale. E’ risaputo che l’unione tra consanguinei hanno un elevato rischio di generare patologie.
Seppur parziale, il corredo genetico trasmesso su più individui, aumenta il rischio che due corredi genetici dello stesso donatore s’incrocino, aumentando di conseguenza il rischio di manifestarsi della patologia genetica.
Con questa soglia inoltre, s’intende limitare il numero di terapie ormonali a cui una donna possa sottoporsi, tutelando così la salute delle donatrici oltre al mercato di ovociti derivanti da proposte economiche a fronte delle donazioni.
All’estero questo procedimento viene spesso pagato, camuffando l’esborso come rimborso spese per la donatrice, instaurando così un vero mercato tra giovani studentesse che lo utilizzano come entrata mensile al posto di lavorare.
La fecondazione eterologa viene spiegata qui dal Prof. Antonio Colicchia il quale ci fa notare che in Italia la donazione di gameti interessa oltre 6.000 coppie ogni anno e per il 95% dei casi gameti o embrioni sono importati dall’estero.
Con la definizione di questo importante documento ufficiale ora l’Italia potrà essere, col tempo, autosufficiente e consentire l’accesso alla tecnica con costi più bassi nel privato e, a breve, consentire ai centri pubblici di disporre di una banca dei gameti sicura a cui accedere anche per i trattamenti a carico del Sistema Sanitario Nazionale.