Nuova ricerca: zanzare geneticamente modificate per sconfiggere la Malaria

Nuova ricerca: zanzare geneticamente modificate per sconfiggere la Malaria

Zika Virus, West Nile Virus, Encefalite Giapponese, Dengue, Chiukungunya, Malaria e purtroppo tante altre sono le malattie che le zanzare possono trasmettere alle persone e anche agli animali domestici. Così, al netto del fastidio, le zanzare rappresentano soprattutto un pericolo per la salute pubblica, dato che sono gli animali che, nel ruolo di vettori, causano più morti in tutto il mondo.

Ecco perché in tutto il mondo, da diversi anni, si finanziano ricerche tese a scoprire sistemi innovativi per eliminare le zanzare o anche solo per tenerne sotto controllo la diffusione. Tra gli studi che offrono le prospettive più efficaci c’è sicuramente quello che è in corso tra i ricercatori del Polo d’Innovazione di Genomica, Genetica e Biologia di Siena assieme agli scienziati dei laboratori d’ecologia, genetica e immunologia di Terni (qui trovate l’articolo in inglese sullo studio).

La ricerca si propone di combattere la Malaria servendosi dell’ingegneria genetica per alterare le sequenze del DNA delle zanzare, allo scopo di produrre esemplari sterili in grado, grazie alla tecnica del “gene drive“, di passare questa caratteristica alle generazioni successive con una probabilità nettamente superiore a quella che si avrebbe normalmente in natura. Così, generazione dopo generazione, la popolazione di zanzare andrebbe a morire, uno scenario che però desta non pochi allarmi nella stessa comunità scientifica, conscia del fatto che gli effetti di una scelta del genere non sono prevedibili. Al momento, però, la ricerca riguarda soltanto le zanzare di tipo Anopheles gambiae, una delle oltre tremila specie esistenti al mondo, e c’è un moderato ottimismo sul fatto che l’eventuale cancellazione di questa specie possa non sconvolgere eccessivamente l’equilibrio ambientale. Le zanzare sono al momento tutte allevate in laboratorio e solo in caso di ulteriori e successive rassicurazioni fornite dagli esperimenti potrebbero essere liberate nell’ambiente, quasi sicuramente in Africa dove la piaga della malaria uccide ogni anno migliaia di persone, tra cui moltissimi bambini.

La piaga della Malaria

La Malaria è una malattia trasmessa dal Plasmodio, un protozoo che compie parte del suo ciclo di vita nel corpo della zanzara Anofele e che attraverso la puntura può infettare l’essere umano. Il periodo di incubazione, ossia il tempo che può trascorrere tra la puntura della zanzara infetta e la comparsa dei sintomi della malattia, varia dai 7 ai 30 giorni a seconda del tipo di plasmodio coinvolto (ce ne sono 4 specie diverse, ognuna delle quali determina un’infezione diversa dalle altre).

Allo stadio iniziale, le persone contagiate dal Plasmodio mostrano sintomi aspecifici come febbre, brividi, mal di testa, mal di schiena, sudorazione profusa, dolori muscolari, nausea, vomito, diarrea e tosse, ma se non trattata entro entro 24 ore la situazione può aggravarsi rapidamente fino a diventare persino letale, andando a compromettere la funzionalità di un numero variabile di organi.

Nel mondo la malaria è una tra le malattie responsabile del maggior numero di vittime. Nel World Malaria Report del 2018, l’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta una stima complessiva di circa 219 milioni di casi, con un numero di decessi pari a circa 435 mila.

In Italia la malaria, storicamente legata alle regioni lagunose come ad esempio la Maremma, non è più endemica dagli anni ’50, ma ancora oggi si registrano nel nostro Paese migliaia di casi ogni anno, tutti riconducibili a viaggiatori che hanno soggiornato in Paesi dove il rischio di contrarre la malattia è molto alto (soprattutto Africa Settentrionale, America Latina e Sud Est Asiatico), numeri che testimoniano come la situazione debba essere attentamente e costantemente monitorata sul territorio.

Cosa fare per combattere le zanzare e le malattie che trasmettono

Se gli scienziati di mezzo mondo lavorano a soluzioni di bioingegneria per tener sotto controllo la diffusione delle zanzare e salvare vite umane, questo non vuol dire che ognuno di noi, nel suo piccolo, non possa fornire il suo contributo. Anzi, è solo attraverso un’azione collettiva che il problema delle zanzare può essere tenuto sotto controllo, perché considerando che una sola zanzara femmina può deporre svariate decine di uova, è evidente come bastino la pigrizia e la negligenza di un solo cittadino per lasciare ad esempio che si crei un focolaio nel suo giardino, da dove sciami di zanzare possono infestare tutti i vicini.

È perciò la sensibilizzazione verso amici, parenti e vicini di casa il primo e più importante passo, cosicché si possa di adottare congiuntamente le più note pratiche virtuose per ridurre la diffusione di questi insetti, come ad esempio eliminare l’acqua stagnante da sotto vasi e altri contenitori che, all’aperto, restano esposti a raccogliere l’acqua piovana. Allo stesso modo, per limitare i danni, è fondamentale utilizzare dei prodotti antizanzare efficaci, come zanzariere, lampade insetticide e repellenti vari che siano in grado di tenerle lontane dalle nostre abitazioni e, quando usciamo, anche dalla nostra pelle.