Cause, sintomi e trattamento del rigetto delle protesi di ginocchio

Cause, sintomi e trattamento del rigetto delle protesi di ginocchio

I pazienti che dopo aver tentato tutte le strade alternative all’intervento chirurgico quali una terapia farmacologica o una fisioterapia mirata di vedono costretti ad un intervento di impianto di protesi di ginocchio per ripristinare la corretta mobilità articolare e non patire più dolori hanno spesso dei timori poco fondati e basati su “falsi miti”.
Il rischio che l’organismo possa rifiutare il corpo estraneo dando inizio ad una fase di rigetto della protesi di ginocchio, seppur non azzerato totalmente, è stato con le più moderne tecniche di intervento e di impianto sempre meno invasive e con lo sviluppo di nuovi materiali all’avanguardia e biocompatibili sensibilmente ridotto in termini percentuali.
Non si è ancora giunti allo zero assoluto, ed in sporadici casi possono ancora verificarsi fenomeni di rigetto della protesi di ginocchio o una sua semplice infiammazione o infezione. Per chiarire di cosa si tratta dobbiamo prima analizzare la composizione di una protesi, e successivamente approfondiremo i sintomi, le cause e i trattamenti specifici.

Come sono fatte le protesi di ginocchio?

Generalmente oggi le più diffuse protesi di ginocchio sono costituite da una componente a contatto con la tibia realizzata in titanio ma rivestita da una resistentissima pellicola in polietilene e da una parte collegata al femore che è uno scudo in leghe metalliche che sfrutta cobalto, cromo o altre speciali leghe compatibili con l’organismo e i nostri tessuti.
Sono tutti materiali che molto raramente possono scatenare reazioni avverse, tuttavia alcuni soggetti sono particolarmente sensibili al nichel che seppure in minime quantità è presente nello scudo femorale.
Se il paziente non ne è a conoscenza o non ha informato il chirurgo ortopedico che deve operarlo potrebbe scatenarsi, a seconda del grado di tolleranza del paziente stesso, una reazione allergica con infiammazione e infezione della parte e successivo distacco della protesi. La soluzione in questi casi sta nell’impianto di una protesi “nichel free” che sostituisce lo scudo femorale con uno realizzato in ceramica o nel più innovativo oxinium, lega metallica di ultima generazione le cui caratteristiche anallergiche sono certificate e che puoi approfondire a questo link.

I sintomi del rigetto della protesi di ginocchio

Subito dopo l’intervento chirurgico per l’impianto di una protesi di ginocchio è del tutto fisiologico che si manifestino reazioni quali un leggero gonfiore o arrossamento della parte interessata associati ad una sensazione di calore intorno a tutta l’articolazione. A seconda della debolezza capillare del paziente possono manifestarsi anche lividi o ecchimosi, ma nulla di tutto ciò deve preoccupare nel breve periodo perché è parte del normale decorso post-operatorio, un percorso di guarigione e cicatrizzazione dopo un intervento comunque traumatico per quanto lo sia molto meno rispetto al passato.

Sarà lo stesso medico che ha operato a seguire nei giorni e nelle settimane che seguono l’intervento l’andamento dei sintomi, prescrivendo anche appositi farmaci volti ad attenuare i fastidi ed accelerare il processo di guarigione. Se però la condizione di infiammazione si protrae più a lungo del dovuto è possibile che stiano insorgendo delle complicazioni come un’infezione. Quali sono i principali sintomi da tenere d’occhio, e quando è consigliabile rivolgersi con celerità al chirurgo ortopedico che ha operato? È presto detto:

  • Stato di elevata alterazione febbrile
  • Arrossamento della parte che non si attenua, anzi peggiora
  • Distacco dei bordi della ferita, o addirittura sua apertura
  • Comparsa di secrezioni a distanza di molti giorni dall’intervento

Una visita medica specialistica in questi casi studierà lo stato dell’articolazione operata per stabilire le procedure aggiuntive da seguire.

Le cause e il trattamento delle infezioni delle protesi di ginocchio

Se è stata esclusa a priori l’eventualità dell’allergia al nichel, vanno analizzate in profondità le cause che possono aver scatenato la reazione avversa di infiammazione al fine di intervenire con la strategia più appropriata. Non si può escludere che il paziente abbia commesso delle imprudenze, magari sollecitando troppo la parte operata prima del previsto, ma anche delle condizioni di sovrappeso possono mettere una protesi di ginocchio a dura prova nella fase iniziale. Sul nostro sito ti suggeriamo anche dei semplici consigli per dimagrire camminando così da perdere peso: potrebbero tornarti utili prima dell’intervento.

Cause dell’infezione della protesi di ginocchio

Parlare di infezione significa sempre, in ambito medico, fare espresso riferimento alla presenza di batteri indesiderati. L’intervento viene sempre compiuto in ambiente sterilizzato e adeguatamente asettico, disinfettando la pelle prima di inciderla e anche tutti gli strumenti; il chirurgo che opera inoltre prescrive sempre un preventivo trattamento antibiotico sia prima dell’operazione che per qualche giorno dopo di essa. Nonostante tali precise accortezze, però, può in rari casi capitare che dei batteri superino l’incisione chirurgica raggiungendo la protesi, oppure che la raggiungano a causa dell’aumentato flusso sanguigno nella parte, un meccanismo fisiologico di automedicazione che il corpo mette in atto per velocizzare la guarigione. Se infatti dopo l’intervento insorgono infezioni batteriche ad esso non correlate (si pensi alle vie aeree o alle vie urinarie) il flusso sanguigno indirizzerà verso la protesi una gran mole di batteri, e quest’ultima essendo artificiale non ha modo di reagire alla loro presenza e non è sensibile al trattamento antibiotico.

Come si tratta l’infezione della protesi di ginocchio

Il chirurgo tenterà in primo luogo un trattamento meno invasivo realizzabile senza particolari fastidi per il paziente, qualora l’infezione venga identificata in tempi rapidi: si riaprirà la ferita procedendo con un blando intervento chirurgico ad un accurato lavaggio dell’articolazione, sostituendo anche le parti mobili in polietilene che compongono la protesi per maggiore sicurezza. Se invece l’infezione viene identificata tardivamente ed è già in fase avanzata il lavaggio non basta, e si deve procedere ad una più radicale sostituzione dell’intero impianto protesico di ginocchio.
Questo è un intervento che si tenta sempre di scongiurare in quanto è persino più impegnativo e traumatico rispetto a quello di primo impianto, e solo un chirurgo ortopedico altamente specializzato in protesi può compierlo in assoluta sicurezza perché si compone prima di una bonifica dei tessuti e poi della sostituzione della protesi con una di tipo temporaneo, in attesa che la parte guarisca del tutto; successivamente si procede con la seconda fase costituita dal nuovo definitivo impianto di protesi.
Queste ragioni spiegano bene perché non è mai una buona idea temporeggiare o attendere la guarigione all’insorgere dei primissimi sintomi di rigetto: uno screening dello stato dell’articolazione è da compiersi in tempi rapidissimi.