Vasca di deprivazione sensoriale: a cosa serve e come si usa

Vasca di deprivazione sensoriale: a cosa serve e come si usa

La vasca di deprivazione sensoriale è un’esperienza le cui sensazioni sono soggettive. In questo articolo vedremo a cosa serve e come si usa, dato che oggi vi è ancora molta disinformazione sull’argomento.

La finalità è quella di portare colui che ne beneficia, al relax totale. Tale strumento infatti, è stato pensato negli anni settanta, affinché chi lo utilizzasse, potesse trovare un benessere psicofisico.

Tuttavia, dal momento che alcuni soggetti hanno confidato di essersi sentiti (durante l’esperienza di deprivazione sensoriale), con una angoscia interiore, l’attività è sconsigliata a tutti coloro che soffrono di patologie come ansia e patologie mentali.

Negli anni 50’ il primo ad inventare tali macchinari è stato lo psicoanalista e neuroscienziato statunitense John Cunningham Lilly.

Lilly ha sempre pensato che in ambienti isolati, il cervello umano potesse reagire per conto proprio ed in maniera differente rispetto al normale. Purtroppo agli inizi, in pochi credettero alla sua teoria, ignorando quasi completamente le possibili ripercussioni sull’organismo, che viene privato degli stimoli esterni.

Successivamente, la pratica tornò ad essere studiata ed applicata ai marines. Grazie a questa sperimentazione si scoprì che capacità mentali e fisiche venivano potenziate e portate alla luce da questa esperienza psicofisica.

Il metodo consente all’organismo non solo di rilassarsi con l’eliminazione degli stimoli esterni, bensì, di indurre una risposta del sistema nervoso parasimpatico che induce una sensazione di profondo benessere con la produzione di endorfine, permettendo di eliminare tensioni e stress psicologico, favorendo il recupero delle condizioni ottimali dell’organismo dal punto di vista fisico e mentale.

Basti pensare che l’attività è stata paragonata alla meditazione ed alla grande concentrazione che viene raggiunta dai monaci buddhisti. Chiaramente, tale considerazione è stata pubblicata dopo un’attenta attività di monitoraggio del sistema cerebrale in riferimento alle persone che si sono immerse.

Come immergersi nella vasca di deprivazione sensoriale

Una vasca di deprivazione sensoriale è simile ad una grande bacinella, al cui interno l’acqua contenuta ha una capacità che va dai 400 ai 600 litri. In aggiunta, vi è del solfato di magnesio e i sali Epsom.

Grazie all’alta concentrazione di sali, il corpo potrà fluttuare in maniera naturale. L’effetto è quasi uguale a quello che avviene nel Mar Morto.

L’immersione ha una durata variabile da 60 a massimo 120 minuti. Il più delle volte (soprattutto per le prime esperienze), è meglio concedersi al massimo un’ora, perché oltre quest’ultima potrebbe essere fastidioso o sentirsi troppo frastornati.

Gli effetti a medio lungo termine della vasca di deprivazione sensoriale

Gli effetti a medio lungo termine della vasca di deprivazione sensoriale, nella gran parte degli usufruitori sembrerebbero più che positivi. Innanzitutto, lo stato di relax ed il risultato ottenuto, è quasi uguale a quello di una terapia di meditazione.

In secondo luogo, tale attività riuscirebbe a colmare gli stati d’ansia ed evitare problemi come le coliche mestruali e l’emicrania. Insomma, un vero toccasana per la salute del corpo e della mente.

Gli abituali frequentatori della vasca di deprivazione sensoriale, hanno ammesso di aver riscontrato un piacevole aumento di abilità intellettuali e creatività. Alcuni soggetti invece, l’hanno ritenuta una esperienza noiosa.

In fin dei conti, dal momento in cui non ci sono controindicazioni, perché non provarla per constatarlo direttamente?