Saturazione di ossigeno, come si misura

Saturazione di ossigeno, come si misura

La saturazione dell’ossigeno, valore indicato con i termini SaO2 ed SpO2, è un indice sanguigno capace di indicare la percentuale di ossigeno situata all’interno del sangue. O meglio: il rapporto, in percentuale, tra l’emoglobina dotata di ossigeno e quella totale del corpo. Negli individui che presentano condizioni fisiche normali, i globuli rossi trasportano l’ossigeno ai vari tessuti polmonari.

per misurare la saturazione dell’ossigeno è necessario utilizzare uno strumento apposito conosciuto come saturimetro, ossimetro o pulsiossimetro, la cui forma e struttura ricordano a grandi linee quelle di una molletta. Esso viene applicato su un dito della mano o sul lobo dell’orecchio e riesce a rilevare il valore grazie ad una sonda e due raggi luminosi che presentano lunghezze d’onda differenti; questi assorbono la luce emessa dalla saturazione.

È il colore del sangue ad indicare maggiormente quanto l’emoglobina sia o meno saturata: se appare rosso e brillante è ossigenato, altrimenti risulta essere più scuro.

Saturimetro, come funziona

Il funzionamento del saturimetro è alquanto semplice, tant’è che basta posizionarvi il dito al suo interno ed attendere che faccia il suo lavoro. Sebbene la tipologia più diffusa sia quella a dito, in commercio è possibile reperire modelli da polso o da lobo. Questo dispositivo è dotato di uno schermo a LED sul quale vengono visualizzati il valore di SpO2 e la frequenza cardiaca del paziente.

Misurare l’ossigenazione del sangue è importante non solo in ambito sanitario e medico, ma anche in quello domestico ed individuale. Disporre dunque di un ossimetro è fondamentale per la salvaguardia del proprio corpo, nonché per il monitoraggio dell’efficacia di alcune terapie o trattamenti farmacologici intrapresi.

Quando utilizzarlo

Il saturimetro può essere utilizzato in qualunque momento lo si desideri se si presenta la necessità di misurare il grado di saturazione di ossigeno nel sangue. L’impiego di questo strumento non provoca alcun rischio nel paziente, bensì presenta numerosi vantaggi. Osserviamoli di seguito.

  1. È semplice da utilizzare, indolore e poco invasivo, accessibile a chiunque.
  2. Il suo utilizzo non è impiegato unicamente in ambito medico ed ospedaliero, ma anche domestico.
  3. Qualsiasi tipo di individuo può utilizzarlo, persino bambini e neonati.
  4. La misurazione è rapida ed efficace e consente di rilevare anche i valori relativi alla frequenza cardiaca.

Come accennato poc’anzi, il suo impiego riveste tutte le circostanze che lo richiedono, ma vi sono dei casi specifici in cui è necessario:

  • per la rilevazione della funzionalità respiratoria del paziente, in particolare se si tratta di un fumatore;
  • per tenere sotto controllo il grado di ipossiemia;
  • per il monitoraggio di pazienti affetti da malattie aeree, tra cui asma, polmonite e BPCO.

Valori normali di ossigenazione

I valori di ossigenazione sono considerati normali se presentano una percentuale superiore al 95%. Dunque se nella rilevazione della saturazione dovessero risultare pari o inferiori al 90% si può parlare di ipossia. Essa può presentarsi in forma lieve se la percentuale è compresa tra il 91 ed il 94%, in forma moderata se la percentuale va dall’86 al 90% ed in forma grave se è pari o inferiore all’85%.

Il nostro consiglio, in questi casi, è quello di procurarvi un generatore di ossigeno che possa favorirvi nell’acquisizione di una saturazione migliore. A tal proposito date un’occhiata ai generatori di ossigeni di igeasalute.com.

Saturazione di ossigeno bassa

Come accennato già poc’anzi, nei casi in cui la percentuale di saturazione di ossigeno è bassa vi è una condizione patologica nota come ipossia. Essa è solitamente osservata negli individui che presentano aterosclerosi, ictus, infarto, trauma cranico o fratture costali ed è comune nei casi in cui si soffre delle seguenti patologie:

  • anemia,
  • sindrome di stress respiratorio acuto,
  • BPCO,
  • ostruzioni delle vie aeree,
  • enfisema,
  • malattia polmonare interstiziale,
  • polmonite,
  • edema polmonare,
  • fibrosi polmonare,
  • apnee notturne.

Ciò che induce un individuo alla misurazione dell’ossigenazione del sangue, al di là delle patologie sopra elencate, è la presenza di determinati sintomi, tra cui i principali: pallore, iperventilazione, insufficienza respiratoria, cianosi, stato di confusione mentale.

Solitamente sono i pazienti anziani ad essere soggetti ad una saturazione di ossigeno bassa, motivo per cui in caso di malore viene sempre misurata. Vi sono alcuni casi in cui il valore di questo parametro potrebbe risultare addirittura superiore alla norma, il che può essere dovuto a vari fattori, tra cui cure a base di ossigeno o intossicazione da carbonio.