Chi è e quando rivolgersi a un urologo

L’urologia è una disciplina specialistica dedicata allo studio, alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento delle patologie che coinvolgono l’apparato urinario maschile e femminile, oltre alle strutture dell’apparato genitale maschile. Approfondiamo meglio l’argomento.

Chi è un urologo

L’urologo è un medico specialista responsabile della gestione clinica e chirurgica delle malattie dell’apparato urinario e dell’apparato genitale maschile. La sua competenza spazia dalle infezioni alle patologie funzionali, dai disturbi ostruttivi ai processi neoplastici, fino ai quadri complessi che coinvolgono la prostata, la vescica, i reni e gli organi genitali. Opera mediante metodiche di imaging e tecniche diagnostiche avanzate, integrando valutazioni cliniche con esami strumentali di primo e secondo livello.

Si suggerisce di trovare un urologo di fiducia, meglio ancora se presso una struttura accreditata. Facciamo un esempio? La Casa di Cura Fogliani, sita nella Regione Emilia-Romagna, eroga prestazioni sanitarie di cura e ricovero in convenzione con il S.S.N., e oltremodo a pagamento. La qualità dell’assistenza incide infatti in modo significativo sull’accuratezza diagnostica, sulla continuità terapeutica e sui risultati a lungo termine.

L’urologo può intervenire con trattamenti farmacologici, riabilitativi e chirurgici, inclusa la chirurgia mininvasiva o robotica. La disciplina si colloca in un’area ad elevato grado di innovazione, in particolar modo nella gestione oncologica e nella terapia delle disfunzioni urinarie e sessuali.

Quando rivolgersi a un urologo

La consultazione specialistica urologica non deve essere considerata un’opzione esclusiva in presenza di sintomi importanti. Al contrario, si tratta di una valutazione che può prevenire l’evoluzione di patologie latenti, in particolare nei soggetti che presentano fattori predisponenti o familiarità per disturbi uro-oncologici.

Si ricorre allo specialista in presenza di difficoltà minzionali, tra cui riduzione o frammentazione del flusso urinario, sensazione di incompleto svuotamento o aumento della frequenza, soprattutto nelle ore notturne. Oltremodo il dolore pelvico, lombare o sovrapubico richiede attenzione, poiché può essere correlato sia a infezioni sia a processi ostruttivi o infiammatori. L’alterazione del colore delle urine, la presenza di sangue o episodi ricorrenti di infezioni rappresentano un ulteriore segnale di necessità di approfondimento.

Gli uomini dovrebbero richiedere una valutazione urologica anche in caso di problemi legati alla sessualità, infertilità o sintomi attribuibili alla prostata. Per le donne, invece, il medico è una figura chiave nella gestione dell’incontinenza, delle infezioni croniche e dei disturbi funzionali della vescica.

Differenza tra urologia e nefrologia

Sebbene le due discipline condividano l’ambito urinario, esse rispondono a logiche diverse. L’urologia si occupa dell’aspetto morfologico e funzionale delle strutture anatomiche coinvolte e sulla cura chirurgica delle patologie, dalle più semplici fino a quelle che richiedono tecniche endoscopiche, laparoscopiche o robotiche.

La nefrologia, al contrario, riguarda le malattie sistemiche e metaboliche del rene, come insufficienza renale, glomerulonefriti, nefropatie autoimmuni e alterazioni idro-elettrolitiche. Il nefrologo gestisce la funzione renale e le sue complicanze internistiche, motivo per cui collabora con l’urologo nei casi in cui patologie ostruttive o tumorali causino danno funzionale.

Come si svolge la visita

La visita urologica inizia con un’anamnesi accurata, nella quale vengono indagati sintomi attuali, stile di vita, familiarità per patologie uro-genitali, storia infettiva e sessuale, eventuali interventi chirurgici precedenti e terapie farmacologiche in corso.

Segue l’esame obiettivo, orientato alla valutazione dell’addome, dei genitali e, quando indicato, della prostata tramite esplorazione rettale. Tale passaggio, sebbene spesso temuto, è richiesto per rilevare precocemente anomalie di consistenza o asimmetrie suggestive di processi patologici.

La visita prosegue con indagini strumentali mirate. L’ecografia dell’apparato urinario, per esempio, può evidenziare calcoli, variazioni anatomiche, ispessimenti parietali o masse sospette. Quando necessario, l’ecografia prostatica transrettale fornisce una visione dettagliata della ghiandola. Altre valutazioni (uroflussometria o analisi delle urine), integrano la diagnosi funzionale.

Patologie che si possono riscontrare

Tra le patologie che possono essere riscontrate compaiono le prostatopatie, l’ipertrofia prostatica benigna o le prostatiti, che possono determinare disturbi minzionali importanti. La calcolosi urinaria è un’altra condizione frequente, caratterizzata dalla formazione di concrezioni minerali nei reni o negli ureteri, responsabili di coliche di notevole intensità.

L’urologo individua inoltre infezioni ricorrenti, cistiti, incontinenza urinaria, alterazioni funzionali della vescica, varicocele, disfunzioni sessuali maschili e patologie del pavimento pelvico.

Metodi e prevenzione: ogni quanti anni

La periodicità dei controlli varia in base a età, sesso e fattori di rischio.

Negli uomini giovani senza sintomi, una valutazione ogni tre o quattro anni è sufficiente. Dopo i quarant’anni, soprattutto in presenza di familiarità per patologie prostatiche o oncologiche, è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli. Superati i cinquant’anni, la visita annuale è lo standard preventivo efficace, poiché consente di monitorare la prostata, identificare precocemente alterazioni del PSA e valutare eventuali cambiamenti del modello minzionale.

Fonti e note bibliografiche:

  • grupposandonato.it/campagne/prima-visita-urologica
  • f-medicalgroup.it/urologo-quando-farsi-visitare/

Disclaimer: Questo articolo fornisce spunti generici; la cura più adatta a te può indicarla solo il tuo dottore.