Cosa dice la normativa sull’errore medico 

Cosa dice la normativa sull’errore medico 

I medici fanno quotidianamente sforzi enormi per salvare la vita di migliaia di persone, tuttavia non sono esenti da errori. In alcuni casi, nelle strutture ospedaliere pubbliche e private possono verificarsi errori che riguardano sia la prognosi, che la diagnosi o il trattamento della malattia.

Si sente a riguardo parlare di malasanità e risarcimento da errore medico, come un risarcimento economico destinato a chi ha subito danni in conseguenza allo sbaglio di un medico o di un professionista della salute.

Ma cosa dice la legge sull’errore medico, che cosa bisogna sapere e soprattutto in che modo è possibile tutelarsi e far valere le proprie ragioni se si crede di esserne stati vittime?

La legge sulla responsabilità da errore medico è stata RIFORMATA nel 2017 con la Legge Gelli; si tratta di una normativa sulla responsabilità sanitaria che ha introdotto varie novità tra le quali la prescrizione. Il problema è che finora i giudici hanno seguito direttive differenti nell’interpretazione e di conseguenza non è facile orientarsi nella seppur fitta giurisprudenza della malasanità e dell’errore medico. Fra tempi di prescrizione che scadono, documenti da recuperare ed esami per dimostrare il nesso eziologico, il miglior consiglio che possiamo darvi resta quello di rivolgersi a degli specialisti del risarcimento del danno da errore medico che potranno consigliarvi al meglio su quali passi fare.

Cosa fare in caso di errore medico

Qualche consiglio ve lo diamo anche noi con un breve vademecum che vi spiega cosa dovete fare se pensate che il vostro medico abbia sbagliato la prognosi, la diagnosi, o vi abbia operati male.

In primo luogo, è necessario approfondire. Recatevi dal medico di base ed esponete i vostri dubbi, spiegando cosa è avvenuto e perché pensate di essere vittime di un errore medico. In questo modo potrete avere dei consigli sul fatto che il vostro sospetto sia o meno fondato. In secondo luogo, dovete recuperare tutti i documenti. Dovete avere a disposizione la cartella clinica che, lo ricordiamo, è un documento fondamentale che la struttura clinica deve fornirvi entro sette giorni dal ricovero (trenta se servono delle integrazioni). È vostro diritto ottenerla, quindi chiedetela se non ve l’hanno fornita.

A questo punto, il consiglio è di cercare uno specialista. Non accontentatevi di un avvocato qualunque, ma cercatene uno esperto in diritto sanitario e con esperienza su temi di errore medico e di malasanità, perché si tratta di un argomento complesso e particolare.

L’avvocato sarà sicuramente in prima linea per trovare un medico legale che effettuerà una perizia per valutare se esiste un danno, quanto è esteso, e per documentare l’esistenza o meno di un nesso eziologico fra il comportamento del medico o dell’ospedale e il danno che avete subito. In alternativa potete richiedere subito una perizia senza passare dall’avvocato, ma noi vi consigliamo di fare subito affidamento ad un esperto, ricordandovi che esistono anche tempi di prescrizione della pretesa risarcitoria.

Infine, potete tentare un accordo con l’ospedale o la clinica. Queste strutture sono assicurate contro l’errore medico e spesso non desiderano andare a processo, inoltre spesso la mediazione è obbligatoria prima di procedere al giudizio vero e proprio. Se il risarcimento che propongono non vi sembra adeguato, potete andare a processo, optare invece per la mediazione se cercate una soluzione più informale.

La conciliazione si ha se all’esito della mediazione siete riusciti a trovare un accordo. Se invece non siete riusciti, allora potete andare a processo e fare causa per ottenere un risarcimento per errore medico. In questo caso dovrete dimostrare nel giudizio che avete subito un errore per colpa del medico, mentre l’ospedale cercherà di dimostrare il contrario.

I vantaggi della nuova legge sull’errore medico

La nuova legge ha reso un po’ più semplice ottenere il risarcimento per errore medico da parte delle strutture sanitarie, in particolare il risarcimento viene chiesto direttamente alla struttura (che come abbiamo detto è assicurata) e non al medico. In questo caso si ha più tempo per ottenere il risarcimento (10 anni per la prescrizione dal danno) e anche un onere della prova un po’ più leggero, dato che una volta dimostrato il danno sarà cura della struttura dover dimostrare che non si ha causato il danno medesimo.