Come vengono selezionati i progetti di ricerca che accedono ai finanziamenti ministeriali

Come vengono selezionati i progetti di ricerca che accedono ai finanziamenti ministeriali

La procedura di selezione dei progetti presentati al bando della Ricerca finalizzata del Ministero della Salute è estremamente articolata e l’obiettivo è di garantire una valutazione imparziale nell’assegnazione dei fondi.

Per assicurare la massima trasparenza, coloro che selezionano e valutano i progetti non hanno alcuna commistione con il Ministero: si tratta infatti di revisori internazionali che lavorano o collaborano con i più importanti centri di ricerca a livello mondiale. Il Ministero, nell’individuazione dei revisori si avvale di una lista di 13 mila nominativi e, attraverso un sistema informatico, ogni progetto viene assegnato in modo casuale a due differenti revisori che hanno competenze nella stessa area di chi ha proposto il progetto.

I revisori valutano in modo anonimo e indipendente il progetto e poi si confrontano per giungere a una terza valutazione conclusiva.
Questa valutazione congiunta viene ulteriormente analizzata da un gruppo di revisori italiani cui vengono sottoposti, sempre in maniera casuale e anonima, le valutazioni e il progetto. L’ultima fase del processo spetta a un panel scientifico di valutazione che definisce la graduatoria per l’ammissione dei progetti al finanziamento. La novità del bando 2016 della ricerca finalizzata è l’introduzione di un’ulteriore valutazione del potenziale impatto sul servizio sanitario nazionale dei progetti presentati.

I fondi per la ricerca destinati ai giovani

Dei 135 milioni di euro che verranno erogati dal Ministero della salute con il bando della ricerca finalizzata 2016, 54 saranno dedicati a progetti presentati da giovani ricercatori.

I fondi, fonte di sostentamento indispensabile per tutti coloro che in Italia lavorano in ambito clinico e biomedico, negli ultimi tre anni hanno permesso ai ricercatori sotto i 40 anni di coordinare ben 388 progetti.

Attraverso il bando assegnato a fine 2015 sono stati presentati ben 3.000 progetti da gruppi di ricerca costituiti da 13 mila ricercatori che lavorano nel Sistema sanitario nazionale e sono stati assegnati 74,5 milioni di euro.

Dei 221 progetti finanziati, che coprono tutti i settori medici, con una particolare presenza delle neuroscienze, del settore cardiovascolare e dell’oncologia, sono stati 93 quelli di giovani ricercatori che hanno ottenuto accesso alle risorse.

Il nuovo bando ministeriale della ricerca finalizzata prevede, inoltre, che anche nei gruppi di ricerca che presenteranno progetti per le altre sezioni, oltre a quella specifica dedicata ai giovani ricercatori, sarà indispensabile la presenza di almeno un giovane sotto i 40 anni.

La ricerca finalizzata alla cura dei pazienti

I bandi della ricerca finalizzata, finanziati dal Ministero della Salute, sono una fonte di sostentamento indispensabile per tutti coloro che, in Italia, lavorano in ambito clinico e biomedico.

Questi bandi, destinati a progetti specifici, sono nati per incentivare la ricerca più vicina ai pazienti, quella che si fa negli ospedali e nella sanità pubblica.

Gli obiettivi della ricerca finalizzata sono pertanto quelli di raggiungere risultati concreti per la cura delle persone e di fornire informazioni potenzialmente utili a indirizzare le scelte del Servizio sanitario nazionale in alcuni settori strategici: dallo sviluppo di procedure innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie allo studio dei bisogni assistenziali delle fasce sociali più deboli; dalla creazione di nuovi strumenti e metodi per una migliore comunicazione con i cittadini all’approfondimento di temi che riguardano la sicurezza alimentare e il benessere animale; dall’analisi delle patologie di origine ambientale alla sicurezza negli ambienti di lavoro.

Possono partecipare ai bandi della ricerca finalizzata gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (gli ospedali che svolgono anche un’importante attività di ricerca traslazionale, nei quali è molto comune sperimentare al letto del malato quello che è stato messo a punto nei laboratori), le Regioni e le Province autonome, l’Istituto superiore di sanità, l’Inail e gli Istituti zooprofilattici sperimentali.